Sto leggendo molto sugli argomenti "ansia" e "panico"; è utile sapere che la maggior parte delle sensazioni che provo io, le prova il 20% della popolazione mondiale, e molti altri le hanno provate e sconfitte.
Ma questa consapevolezza non basta ad eliminare il problema.
Il "Dottore non male" mi ha fatto una domanda nel suo colloquio: «che tipo di bambina era e che tipo di donna è diventata adesso? E' cambiato il suo carattere?».
Non ho esitato a rispondere che sì, il mio carattere è cambiato, in peggio.
Se dovessi pensare alla me bambina, rivedo una bambina felice e sorridente, spensierata come ogni bambina dovrebbe essere; sicuramente una bambina più spigliata, timida ma non tanto da non riuscire a fare amicizia, vergognosa ma non abbastanza da non permetterle di parlare in pubblico. Ricordo benissimo di aver "presentato" le recite di scuola senza troppe preoccupazioni, anzi la sensazione che questo ricordo mi evoca è quella adrenalinica di chi ce l'ha fatta, di chi è sicuro di sé e di quello che fa.
Da quanto tempo non provo questa sensazione? Tanto, forse troppo tempo.
E non significa che non abbia mai più raggiunto un traguardo, ma probabilmente non ho mai dato risalto al successo ottenuto rispetto alle sconfitte che mi sono capitate.
Mi sono diplomata con 95/100, e credo che la maggior parte degli studenti si sentirebbe più che appagato da questo voto, molti potrebbero anche invidiarmelo, ma non io. Non io che l'ho sentito come una sconfitta nella vittoria, perché non era 100/100.
La troppa ambizione spesso mi ostacola, e nonostante io provi a pormi degli obiettivi più bassi delle mie possibilità, per ridurre al minimo la possibilità di ottenere una delusione, resta sempre un senso di insoddisfazione e inadeguatezza.
Un altro chiaro esempio è il lavoro: ho un lavoro a tempo indeterminato da 5 anni e mezzo, uno stipendio assicurato e sempre puntuale, versamenti INPS dal primo giorno di lavoro. Ho l'esperienza, le capacità e tutti i requisiti per poter continuare a lavorare anche se qualcosa dovesse andare storto con l'attuale posto di lavoro.
Ma allora perché ho sempre l'impressione di essere ferma? Ho come la sensazione che gli altri vadano avanti, facciano carriera, si costruiscano una famiglia e vivano sereni.
A guardare bene, la maggior parte dei miei amici si è laureato, è vero, ma vive a casa dei genitori senza lavoro, o con lavori sottopagati per la loro preparazione.
Agli occhi di chi non ha avuto la mia stessa fortuna, potrei sembrare una capricciosa immatura, che si lamenta della sua condizione senza averne il benché minimo diritto. E' probabile che sia così, ma è difficile farlo capire a quella parte di me che adesso vede tutto nero intorno.
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